Raggiungere performance sostenibili che fanno la differenza

La sostenibilità sta acquisendo un’importanza via via maggiore per gli investitori, i consumatori e gli enti regolatori. La particolare attenzione prestata negli ultimi anni da parte di tutti questi stakeholder alle performance sostenibili di un'azienda, nonché gli obblighi in materia (che interessano anche le piccole imprese), hanno trasformato la sostenibilità da fattore “apprezzabile” a vera e propria chiave per la competitività.

Le performance di sostenibilità di un'azienda dicono infatti molto dell'azienda stessa: dalla resilienza del suo modello di business alla sua cultura aziendale e, quindi, alla sua capacità di fidelizzare le risorse e di attrarre nuovi talenti, aspetti che influiscono anche sulla capacità dell'azienda di creare innovazione e di evolversi in base alle esigenze del mercato.

Tuttavia, misurare e migliorare le proprie prestazioni di sostenibilità è un percorso difficile per molte aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni. Questo perché la sostenibilità, come ricordiamo, comprende tre dimensioni: economica, sociale e ambientale. Le strategie di sostenibilità delle aziende devono pertanto prenderle in esame tutte e tre, situazione che si traduce nella creazione di diverse linee di azione diverse all'interno dell'azienda.

Performance sostenibili: quali sono gli obblighi normativi?

Perché è così importante per le aziende monitorare le proprie performance di sostenibilità? Oltre a migliorare il modello di business (ad esempio, a favore di una crescita sostenibile nel tempo e di una maggiore resilienza), le aziende devono rispettare tutta una serie di obblighi legali per garantire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

La politica europea in questo ambito prevede una serie di misure volte a promuovere un comportamento aziendale responsabile e a garantire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

Corporate Sustainability Reporting Directive

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è stata introdotta nel 2021 in sostituzione della Non-Financial Reporting Directive (NFRD). L'obiettivo principale della CSRD è accelerare la transizione verso un'economia sostenibile e combattere le pratiche di greenwashing.

L'iniziativa estende gli obblighi di rendicontazione a 50.000 imprese in Europa, imponendo a quelle con un minimo di 250 dipendenti di divulgare informazioni non finanziarie a partire dal 2023. La CSRD propone inoltre di estendere gli obblighi di rendicontazione alle piccole e medie imprese (PMI) quotate.

Per ottemperare alla CSRD è necessario concentrarsi sulla governance e sulla misurazione, assicurando che gli sforzi verso la sostenibilità siano gestiti in modo corretto e monitorando gli indicatori chiave di prestazione (KPI, key performance indicators).

Il Rapporto di sostenibilità aziendale comprende vari elementi come il modello di business, la strategia, le politiche, gli impatti, i rischi e i KPI. Identificare e tracciare con precisione i KPI rilevanti è fondamentale sia per misurare le prestazioni di sostenibilità sia per soddisfare i requisiti di rendicontazione. La comprensione degli obblighi e l'allineamento agli obiettivi di sostenibilità sono fondamentali per ottemperare alla CSRD.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) è una componente essenziale del quadro europeo della sostenibilità. Adottato nel febbraio 2022, il suo scopo è quello di promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile, integrando i diritti umani e l’attenzione per i temi ambientali nelle operazioni e nella governance delle aziende.

Secondo la direttiva, le aziende sono obbligate a identificare, prevenire, mitigare e dar conto degli impatti negativi sui diritti umani e sull'ambiente nell’ambito delle proprie operazioni, consociate e catene del valore.

La direttiva si applica alle grandi società a responsabilità limitata dell'UE (Gruppo 1) con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto superiore 150 milioni di euro a livello mondiale. Include anche altre società a responsabilità limitata che operano in settori definiti ad alto impatto (Gruppo 2) con oltre 250 dipendenti e un fatturato netto di 40 milioni di euro a livello mondiale. Sono soggette alla direttiva anche le imprese non comunitarie che operano nell'UE. Sebbene le PMI non siano direttamente interessate, possono esserlo indirettamente se queste fanno parte della catena di approvvigionamento di un'organizzazione che ottempera alla direttiva.

Per ottemperare all'obbligo di due diligence aziendale, le imprese sono tenute a integrarla nelle proprie politiche, a identificare e mitigare i potenziali impatti, a istituire una procedura di reclamo, a monitorare l'efficacia e a dare comunicazioni pubbliche in ambito di due diligence. Inoltre, le aziende del Gruppo 1 devono adeguare la propria strategia aziendale alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5 °C, in linea con l'Accordo di Parigi. La direttiva introduce anche il dovere degli amministratori di supervisionare l'implementazione della due diligence e la sua integrazione nella strategia aziendale.

Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (C.B.A.M)

Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (C.B.A.M, Carbon Border Adjustment) è uno strumento di fondamentale importanza nell’ambito del quadro politico europeo, volto ad accelerare la transizione sostenibile e a promuovere un comportamento aziendale responsabile.

L'obiettivo principale del C.B.A.M è impedire la delocalizzazione delle emissioni di carbonio e garantire che il costo del carbonio dei prodotti nazionali sia allineato a quello delle importazioni. In questo modo si evita di compromettere le politiche climatiche dell'UE a causa del trasferimento della produzione verso Paesi con standard ambientali meno rigorosi o della sostituzione dei prodotti dell'UE con importazioni a più alta intensità di carbonio.

Il C.B.A.M incoraggia tutti i settori livello globale ad adottare tecnologie più verdi e sostenibili. La prima fase di attuazione, denominata "fase transitoria", è iniziata il 1° ottobre 2023. In questa fase, il meccanismo si applicherà a beni specifici. Gli importatori saranno tenuti a comunicare i volumi delle importazioni e le emissioni di gas serra in questa incorporate, senza alcun adeguamento finanziario. Durante questa prima fase, il funzionamento e l'ambito di applicazione del C.B.A.M saranno sottoposti a revisione durante la fase di transizione, compresa la potenziale espansione ad altri beni prodotti nei settori ETS.

La fase transitoria consente una certa flessibilità nella comunicazione delle emissioni incorporate e l'utilizzo di valori predefiniti. Gli importatori dovranno poi acquistare e restituire i "certificati C.B.A.M" per le emissioni incorporate a partire dal periodo definitivo, nel 2026.

La tassonomia dell'UE

Il Regolamento UE sulla tassonomia è una componente fondamentale del quadro finanziario di sostenibilità dell'UE e funge da strumento per la trasparenza del mercato. Il suo scopo è fornire alle aziende e agli investitori un linguaggio comune per identificare le attività che possono essere considerate "sostenibili"

Ciò consente di indirizzare gli sforzi e gli investimenti verso attività in linea con gli obiettivi climatici dell'UE per il 2030. Il regolamento, entrato in vigore il 12 luglio 2020, mira a riorientare il capitale verso investimenti sostenibili, a gestire i rischi finanziari legati al cambiamento climatico e alle questioni sociali e a promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività finanziarie ed economiche.

Fornisce a chi partecipa ai mercati finanziari e ai consulenti i criteri per determinare se un'attività o un prodotto possono essere classificati come "sostenibili" Questi criteri includono il contributo sostanziale agli obiettivi ambientali, la prevenzione di danni significativi agli obiettivi ambientali, il rispetto delle garanzie minime e l'adesione ai criteri tecnici di selezione stabiliti dalla Commissione europea. Il regolamento delinea le necessarie fasi affinché un'attività economica contribuisca in modo sostanziale o eviti danni significativi a questi obiettivi.

Come progettare una strategia in grado di migliorare le performance sostenibili?

Misurazione e monitoraggio sono due concetti chiave per qualsiasi azienda che desideri migliorare le proprie performance di sostenibilità, poiché non è possibile migliorare qualcosa che non viene misurato.

Il punto di partenza deve, quindi, essere necessariamente volto a valutare la situazione attuale, ovvero come l’azienda si posiziona attualmente rispetto ai principali indicatori di sostenibilità legati all'ambiente, alla società e alla governance (ESG).

Ma da dove si comincia? Gli standard internazionali di sostenibilità, come quelli della Global Reporting Initiative (GRI), forniscono alle aziende preziose linee guida per identificare i KPI più rilevanti per la singola organizzazione. Una strategia di sostenibilità, proprio per la molteplicità di aspetti e ambiti che questa comprende, deve essere adattata alla natura e agli obiettivi dell'azienda per evitare di sprecare risorse importanti.

Per questo motivo è importante individuare le questioni materiali più rilevanti per l'azienda. Tale processo inizia con la comprensione del contesto in cui l'impresa opera, sia per quanto riguarda la sua organizzazione interna, sia per il mercato in cui opera (e i relativi standard di settore).

Questo processo, che deve coinvolgere anche tutti gli stakeholder rilevanti per l'azienda come azionisti, comunità finanziarie, dipendenti, fornitori, partner commerciali, clienti, associazioni di categoria, amministrazioni pubbliche, organismi di regolamentazione o di vigilanza, media, territorio e popolazione; permette di identificare e valutare gli impatti dell'attività aziendale, sia potenziali che attuali.

Da questi risultati, l'azienda può iniziare a identificare le aree di miglioramento e gli obiettivi.

Performance sostenibili: come misurarle in modo facile con una soluzione ESG

Sebbene questi standard forniscano una guida e un linguaggio comune, per le aziende che desiderano misurare e migliorare le proprie performance di sostenibilità, questo processo può essere particolarmente complesso, soprattutto per quelle che non sono abituate a questo tipo di analisi o che non hanno dispongono della conoscenza della situazione iniziale, dei KPI più rilevanti e delle aree in cui è necessario intervenire.

Ecco perché, negli ultimi anni, sono sempre di più le che aziende decidono di affidarsi a soluzioni ESG in grado di automatizzare e snellire questo processo. Infatti, queste soluzioni, basate su un'autovalutazione, la quale considera KPI specifici per ogni macroarea aziendale che impatta sulle performance di sostenibilità, permettono di restituire un'istantanea dettagliata e comprensibile delle performance di sostenibilità dell'azienda, sia a livello generale che nelle aree più importanti del business.

Questa analisi permette di identificare la situazione attuale, con i relativi punti di forza e di debolezza. Partendo da questa panoramica e conoscenza, l'azienda può facilmente determinare gli obiettivi verso cui indirizzare la propria strategia di sostenibilità.

Valutare, certificare e migliorare: come raggiungere performance sostenibili che fanno la differenza

Questa analisi rende possibile anche certificare le performance di sostenibilità dell'azienda. La certificazione delle performance di sostenibilità aziendale è strategica per molte organizzazioni per diversi motivi, tra i quali:

Vengono richieste sempre più spesso dalle grandi aziende per entrare a far parte dei loro fornitori;

Buone performance di sostenibilità migliorano la reputazione del marchio presso clienti, investitori e dipendenti (attuali e potenziali);

Si aprono nuove opportunità di finanziamento e di business per l'azienda

Occorre tuttavia ricordare che la misurazione delle performance sostenibili dell'azienda è un processo continuo, in quanto le performance migliorano o peggiorano nel tempo. Ecco perché una chiara governance, responsabilità e specifici KPI sostenibili sono ingredienti essenziali per la strategia di sostenibilità di un'azienda. Altrettanto importante è il ruolo dei fornitori di servizi tecnologici e di consulenza che operano in questo settore e che possono aiutare l'azienda a non sprecare risorse e tempo.

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