Climate report: negli USA la SEC introduce nuove regole per la standardizzazione delle comunicazioni aziendali. Accadrà anche in UE?

Informazioni e dati sull’impatto climatico sempre più coerenti e standardizzate. È questo l’obiettivo che ha spinto la SEC (Securities and Exchange Commission), ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle Borse valori, ad adottare delle regole per migliorare e standardizzare le comunicazioni relative al clima da parte delle società quotate e nelle offerte pubbliche.

Climate report, perché la SEC ha deciso di introdurre delle linee guida?

Le nuove linee guida introdotte dalla SEC rispondono all’esigenza degli investitori di avere informazioni più coerenti e affidabili sui rischi climatici e su come le aziende in cui decidono di investire intendono gestirli.

Del resto, gli stakeholder, sempre più attenti alle strategie green delle imprese, per poter valutare adeguatamente l’impegno di un’azienda per clima e gli eventuali rischi a cui è esposta per il cambiamento climatico, devono avere a disposizione dati dettagliati e facilmente comparabili sugli effetti finanziari dei rischi climatici correlati all’attività dell’impresa e a come il management intende contenere questi rischi.

La richiesta della SEC si rifà al diritto degli investitori di decidere quali rischi vogliono correre e all’importanza di diffondere documentazione completa e veritiera.

Climate report, quali informazioni vanno divulgate?

Allo scopo di standardizzare le comunicazioni sul clima, la SEC ha indicato i requisiti di reporting da seguire e quali informazioni devono essere divulgate nei report annuali e sui siti web delle aziende.

Nello specifico, si chiede la divulgazione di:

  • rischi legati al clima che hanno avuto o è ragionevolmente probabile che abbiano un impatto materiale sulla strategia aziendale, sui risultati delle operazioni o sulla condizione finanziaria dell’impresa;

  • impatti materiali effettivi e potenziali di eventuali rischi legati al clima relativi alle strategie adottate, al modello di business e alle prospettive future dell’azienda;
  • descrizione quantitativa e qualitativa delle spese sostenute e degli impatti (anche stimati) che derivano direttamente da un’attività, eventualmente intrapresa dall’azienda, di mitigazione o gestione di un rischio legato al clima;

  • informazioni specifiche riguardanti le attività aziendali per mitigare o adattarsi a un rischio legato al clima, con dettagli sui piani di transizione, l’analisi di scenario e i prezzi del carbonio;

  • attività di supervisione da parte del consiglio di amministrazione sui rischi climatici e ruolo del management nella valutazione e gestione di tali rischi;
  • eventuali procedure adottate dall’azienda in grado di identificare, valutare e gestire i rischi climatici e come sono integrate nel processo complessivo di risk management aziendale;

  • informazioni sugli obiettivi legati al clima che hanno influenzato o è ragionevolmente probabile che influenzeranno materialmente l'attività aziendale, i risultati delle operazioni o le condizioni finanziarie dell’impresa, includendo stime e ipotesi finanziarie relative al perseguimento del target prefissato;

  • costi capitalizzati, spese sostenute, oneri e perdite subite a seguito di eventi meteorologici gravi e altre condizioni naturali, quali uragani, tornado, inondazioni, siccità, incendi, temperature estreme e innalzamento del livello del mare, se indicati nella nota integrativa in accompagnamento al bilancio;

  • costi capitalizzati, spese sostenute e perdite relative alle compensazioni di carbonio e ai certificati di energia rinnovabile, se utilizzati per raggiungere i target o gli obiettivi relativi al clima comunicati e divulgati nella nota al bilancio;

  • descrizione delle stime e ipotesi usate per produrre il bilancio, correlate a rischi e incertezze associati a gravi eventi meteorologici e altre condizioni naturali estreme o a qualsiasi obiettivo o piano di transizione ambientale divulgato e descritto nella nota al bilancio.

In Europa aumento repentino dei rischi climatici

La notizia dell’introduzione delle linee guida della SEC arriva nello stesso momento in cui l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha pubblicato un nuovo report sui rischi climatici in Europa, in cui emerge come nel Vecchio Continente si stia registrando il più rapido riscaldamento al mondo.

Le conseguenze di questa situazione possono essere davvero drammatiche, soprattutto se l’UE non attua immediatamente politiche più stringenti per adattarsi al cambiamento in atto e mette in campo decisi interventi di contrasto.

Senza intervenire con urgenza contro i cambiamenti climatici l'Europa potrebbe trovarsi ad affrontare conseguenze catastrofiche, dal momento che molti rischi legati al clima hanno già raggiunto livelli critici in UE, minacciando la sicurezza alimentare ed energetica, gli ecosistemi e le infrastrutture del continente.

Fra l’altro, i Paesi dell’Europa meridionale, Italia in testa, sono fra i più vulnerabili.

Anche in UE ci sarà una stretta sulla comunicazione dell’impegno aziendale alla transizione ecologica? Visto il ritmo con cui stanno crescendo i rischi climatici potrebbe essere un importante intervento.

Dichiarare dettagliatamente cosa si sta facendo per contrastare il cambiamento climatico e per proteggersi dai rischi climatici è certamente un utile passo avanti sulla via del Green Deal.

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